Il termine dislipidemia o disfunzione lipidica identifica un’anomalia significativa dei lipidi presenti nel sangue. I lipidi più comuni sono il colesterolo ed i trigliceridi, i quali, quando presenti in eccesso, richiedono più attenzione sia dal punto di vista dietetico che per quanto riguarda il trattamento farmacologico. Tale condizione espone il soggetto ad un maggior rischio cardiovascolare. Le dislipidemie possono riconoscere una causa genetica, oppure fattori di rischio secondari come diabete e obesità. In Italia nella popolazione anziana (uomini e donne di età compresa fra 65 e 74 anni), il 24% degli uomini e il 39% delle donne sono ipercolesterolemici. Scendendo ad uomini e donne di età a partire da 35, i valori calano al 21% degli uomini e il 23% delle donne.

Il colesterolo è un lipide strutturale sintetizzato nel fegato, di vitale importanza per gli esseri umani in quanto componente delle membrane cellulari e rappresenta il precursore di ormoni steroidei, sali biliari e Vitamine. Essendo insolubile nel sangue, esso necessita di trasportatori specifici (lipoproteine) per essere trasportato.
Le principali lipoproteine sono:

  • LDL Note come “colesterolo cattivo”, sono trasportatori a bassa densità che portano attraverso il sangue il colesterolo (dopo esterificazione) dal fegato verso i tessuti periferici per svolgere le sue funzioni. L’esterificazione del colesterolo è un fenomeno importante per consentire alla molecola di uscire dal fegato e raggiungere i tessuti. L’esterificazione è garantita in presenza di enzimi definiti ACAT.

  • HDL Note come “colesterolo buono” sono trasportatori ad alta densità che svolgono la funzione opposta alle LDL, conducendo quindi il colesterolo dai tessuti verso il fegato per essere degradato.

Il colesterolo totale rappresenta poi la somma dei valori LDL + HDL (oltre ad una ulteriore forma di lipoproteina rappresentata dalla VLDL, simile alle LDL ma con una densità ancora più bassa). I trigliceridi sono sostanze lipidiche molto importanti per le loro funzioni strutturali nelle membrane cellulari e come fonte di energia.
Il concetto di colesterolo buono o cattivo, è strettamente legato al tipo di funzione svolta dalla lipoproteina. Definiamo buone le HDL in quanto riducono i livelli di colesterolo circolante. Definiamo cattive le LDL in quanto sono loro che in determinate condizioni di concentrazione (ipercolesterolemia) e di flogosi, possono ossidarsi formando le LDL ossidate. Esse si accumulano all’interno delle pareti dei vasi sanguigni causandone il rigonfiamento.

Questo fenomeno da origine alla placca ateromasica, condizione patologica che riduce la capacità di circolazione del sangue in quel vaso con potenziale rischio di danno cerebro e cardio-vascolare. Recenti scoperte hanno evidenziato che esistono altri meccanismi alla base dell’ossidazione del colesterolo LDL e quindi alla formazione della placca. Sembra infatti che un ruolo chiave sia occupato dai macrofagi, cellule del nostro sistema immunitario. Essi hanno il compito di “mangiare” attraverso un processo di fagocitosi, le LDL ossidate. Da questo processo immunitario si origina l’inspessimento della placca e quindi il restringimento del vaso. Va infine segnalato che le LDL sono “smaltite” ad opera di specifici recettori presenti sulla superficie del fegato (LDL-r). Questi recettori sono come antenne che captano le LDL in circolo nel sangue, le catturano e le internizzano nelle cellule epatiche dove possono essere distrutte.

Controllo fisiologico della colesterolemia

La colesterolemia rappresenta i livelli di colesterolo nel sangue. L’organismo possiede sofisticati meccanismi di controllo dei livelli di colesterolo, finalizzati a proteggere il nostro corpo dal rischio di danni vascolari. Alcuni di questi agiscono sulla sintesi del colesterolo stesso, vale a dire che quando i livelli del lipide sono sufficienti, si innescano dei processi che limitano la produzione di altro colesterolo da parte del principale enzima deputato alla sua formazione ovvero la HMG-CoA reduttasi. Un altro controllo sulla colesterolemia riguarda la capacità di distruzione della sostanza sempre da parte del fegato. Per ridurre il colesterolo circolante infatti l’organismo può produrre più recettori LDL, i quali aumenteranno la ricaptazione del colesterolo cattivo occupandosi del suo smaltimento. Tuttavia, quando questi meccanismi di controllo non sono sufficienti a mantenere costanti o bassi i livelli di colesterolo nel sangue, si può incorrere nell’aumento eccessivo di lipidi ematici con conseguente rischio per la nostra salute.

Strategie terapeutiche

Il trattamento di prima linea per l’ipercolesterolemia è rappresentato dalle statine, farmaci che riducono i livelli di colesterolo totale ed LDL bloccandone la sintesi. Tuttavia le statine possono portare alcuni effetti indesiderati come dolori muscolari (mialgie), che possono indurre i pazienti (secondo alcune stime fino al 60%) ad abbandonare la terapia. Negli ultimi anni si è data molta importanza a terapie a base di estratti naturali per il controllo del colesterolo. Al primo posto tra queste sostanze vi è la Monacolina K ottenuta da fermentazione del riso rosso. Essa è in grado, come le statine, di ridurre la sintesi del colesterolo. Tuttavia di recente, le autorità europee per la sicurezza alimentare, hanno messo in discussione la sicurezza dell’uso di Monacolina K riducendone fortemente i dosaggi massimi, con il risultato di ottenere una terapia non efficace.
La berberina è una sostanza ottenuta dall’estratto di Berberis aristata. E’ un alcaloide che ha dimostrato di poter ridurre sensibilmente i livelli di colesterolo LDL circolanti. I meccanismi alla base di questa azione sono in fase di approfondimento, ma sembra che la berberina sia capace di inibire un enzima (PCSK9) responsabile della riduzione della quantità di recettori LDL sul fegato. Il bergamotto è un agrume diffuso ampiamente nel sud della penisola italiana. L’estratto di bergamotto ha dimostrato di essere molto utile al controllo dei livelli di colesterolo. Studi clinici hanno infatti evidenziato che il bergamotto inibisce l’azione di due enzimi chiave per le dislipidemie miste, ovvero ACAT e PAP, responsabili rispettivamente dell’esterificazione del colesterolo (con conseguente passaggio della sostanza al sangue) e della formazione dei trigliceridi. L’estratto di patata dolce svolge azione antiossidante, processo importante nella riduzione della formazione della placca. Inoltre, essa riduce la formazione delle molecole precursori del colesterolo come il Coenzima A
Alla luce di queste considerazioni, appare evidenti che le strategie mirate al controllo dei livelli di colesterolo dovrebbero tenere in considerazione le tante variabili che partecipano alla patologia. La migliore terapia non può quindi essere rappresentata da una singola azione fisiologica ma, al contrario, intervenire su tutti quelli che sono i processi di sintesi, regolazione ed eliminazione di tutte le molecole e trasportatori legati ai lipidi plasmatici.

Bibliografia

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